Se c'è una cosa al mondo che più di tutte riesce ad unire una donna ad un'altra, è senz'altro l'odio per un'altra donna. Possibilmente più bella o più giovane, più ricca, più magra, più felice, più ammirata. In realtà non esiste un motivo in particolare che porta le brave ragazze a far comunella, ogni scusa è valida: "Ma guarda quella come si è vestita, ma chi si crede di essere?" "E poi, hai visto quante arie si dà?" "Come si permette? Non mi ha nemmeno salutata..." "Ma non è bella per niente, hai visto che ha le gambe storte!" Così borbottano le comari, riunite in gruppetti. C'è una ragazza qui a Williamsburg che si chiama Gabriela e si è appena trasferita dal Brasile. Giovane e bella ha la pelle bianca come un petalo di magnolia, i capelli neri e lucidi, le gote rosa e gli occhi scuri e profondi. Gabriela è una designer di successo e vive col fidanzato di cui è molto innamorata. Insieme hanno un cucciolo di labrador di pochi mesi che si chiama Chocolate e ha gli occhi azzurri come il cielo. Gabriela è sempre sorridente e amichevole con tutti e qualche giorno fa viene invitata a casa di amici del fidanzato per la prima volta, è agitatissima. Tutto il giorno mentre è al lavoro pensa a cosa portare alla padrona di casa, a cosa mettersi e a cosa dire per risultarle simpatica. L'occasione dell'invito è un cocktail party organizzato da Sissy, moglie di uno dei più cari amici del suo amore. Alle 7pm in punto Gabriela è a braccetto col fidanzato davanti al portone di un attico a Columbus Circle, in mano un mazzo di peonie rosa pallido. Bellissima nel suo vestito vintage verde smeraldo e i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle si presenta a Sissy sfoderando un sorriso gentile, porgendole in mano i fiori e ringraziandola per l'invito. Quelle saranno le prime ed ultime parole che Gabriela scambierà con la padrona di casa. Sissy infatti non la degnerà di uno sguardo per tutta la serata. Mentre Gabriela se ne sta in disparte, seduta in un angolino a mangiare noccioline, Sissy è sul divano circondata da amiche e ridacchia bevendo champagne. Gabriela cerca a questo punto rifugio nel fidanzato stringendogli la mano e continuando nella sua testa a domandarsi cosa sia andato storto; poi, in un impeto di coraggio si avvicina al gruppetto con un sorriso disarmante ma si sente trafiggere da occhiate velenose, le ragazze si zittiscono, Sissy invece si alza e va a parlare con altri invitati. A serata conclusa Gabriela si rende conto che il suo mazzo di peonie è in terra, calpestato in un angolo dell'ingresso.
Leggendo "A tree grows in Brooklyn" in questi giorni, c'è una scena che mi ha fatto tornare in mente Gabriela. Una scena in cui le donne del quartiere prendono a sassate Joanna- ragazza madre di diciassette anni, colpendo alla fronte, e facendo sanguinare il suo bimbo bastardo, urlandole dietro "Sei una svergognata, una puttana.""Come osi uscire di casa disgraziata?". La scena capita davanti agli occhi della protagonista Francine Nolan, che ha 11 anni. Il capitolo chiude con: "Da quel giorno Francie odiò le donne. Sleali e crudeli l'una con l'altra, nessuna di loro aveva provato a difendere la povera Joanna. Loro brave donne cristiane, in chiesa ogni domenica. Le donne avevano una gran cosa in comune: l'enorme dolore nel mettere al mondo i propri figli, questo avrebbe dovuto creare un legame, farle amare e proteggersi l'un l'altra, ma non era così. Erano unite solamente nell'odio, per calpestare un'altra donna, per disonorarla tirandole sassi o bisbigliandole dietro pettegolezzi e malignità. Questa era l'unica lealtà che le donne sembravano avere ai suoi occhi. Francine aprì il suo diario e scrisse: "Finchè vivrò non avrò mai una donna per amica. Non mi fiderò mai più di una donna, eccetto forse la mia mamma e le mie zie."
1 comment:
L'invidiosa ti loda senza saperlo, cara Gabriela.
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