Io amo New York, la amo davvero, la amo e le sarò fedele per sempre. E sono così abitutata a vivere qui, che ormai non faccio neanche più caso a tutti quei piccoli/grandi sacrifici che ci si trova a fare quando si abita in questa città. Sacrifici che io chiamo "New York Moments".
Hai presente quella sensazione, la mattina appena svegli, quando ti infili in doccia e hai il sapone dappertutto e lo shampoo nei capelli e va via l'acqua calda? Mi riferisco esattamente a questo genere di scherzetti qui. L'ultimo in ordine di data: ore 7.30pm, Houston street, giornata lunghissima, a casa il frigo è deserto. Mi fermo a fare la spesa da Whole Foods, il mio supermercato preferito. Compro di tutto: verdure, carne, pesce e anche un cheese-cake e faccio provvista di vitamine- c'è il Buy One get One Free. Prendo inoltre, già che ci sono, un mazzo di roselline bianche piccine picciò che non hanno quasi mai. Esco stra-carica di sacchetti extra-large stracolmi di spesa. Sacchetti di CARTA reciclata. Con mia grande sorpresa, somewhere tra il banco degli ortaggi e quello delle spezie, è venuto giù il diluvio universale. Non ho l'ombrello. Non c'è un taxi a pagarlo oro. La metropolitana è a 10 blocchi. Mi incammino, vacillando sui tacchi, direzione est, abbracciando le mie gigantesche buste di carta nella speranza di trovare, lungo il cammino, un taxi libero- la speranza, come è noto, è sempre ultima a morire. Naturalmente non trovo un taxi nemmeno per sogno e inevitabilmente, piove che ti ri-piove le buste mi si sciolgono tra le mani....Nel giro di dieci minuti la mia spesa, nonché la mia cena finisce sull'asfalto, esattamente sulle strisce pedonali di Allen street. Cosa accade a quel punto?
Comincia a piovere ancora più forte, eccertamente.
Mi viene voglia di piangere, ma sono troppo arrabbiata per piangere, quindi decido di salvare quel che resta della mia ex- spesa infilando tutto ciò che riesco ad afferrare in borsa: flaconcini di Omega 3, vasetti di yogurt, biscotti - NESSUNO dico UNO che si sia fermato a darmi una mano. Mentre sono in ginocchio a raccogliere mandarini all'incrocio ecco che si scatena il finimondo, vengo letteralmente assalita, senza pietà alcuna, da un'orda di clacson strombazzanti perché sto bloccando il traffico. A questo punto ho i capelli, i jeans e anche il cappotto completamente fradici. Con estrema lentezza e incurante degli insulti mi alzo, mi lego i capelli e mollo tutto dov'è. Libera da pacchi e sacchetti raggiungo la metropolitana, scendo a Marcy avenue, cammino altri dieci blocchi sotto la pioggia scrosciante e finalmente arrivo a casa. Mi chiudo la porta alle spalle e tiro un sospiro di sollievo...l'incubo è finito. Mi asciugo, mi infilo un golfone extra large, mi preparo una tisana bollente, quindi mi affaccio alla finestra. Non riesco a credere ai miei occhi. Esco sulla terrazza, allungo una mano verso l'alto. Non è possibile. Sei una maledetta. Ha appena smesso di piovere. Butto via la tisana e mi stappo una bottiglia di vino, che grazie al cielo ho in casa.
Hai presente quella sensazione, la mattina appena svegli, quando ti infili in doccia e hai il sapone dappertutto e lo shampoo nei capelli e va via l'acqua calda? Mi riferisco esattamente a questo genere di scherzetti qui. L'ultimo in ordine di data: ore 7.30pm, Houston street, giornata lunghissima, a casa il frigo è deserto. Mi fermo a fare la spesa da Whole Foods, il mio supermercato preferito. Compro di tutto: verdure, carne, pesce e anche un cheese-cake e faccio provvista di vitamine- c'è il Buy One get One Free. Prendo inoltre, già che ci sono, un mazzo di roselline bianche piccine picciò che non hanno quasi mai. Esco stra-carica di sacchetti extra-large stracolmi di spesa. Sacchetti di CARTA reciclata. Con mia grande sorpresa, somewhere tra il banco degli ortaggi e quello delle spezie, è venuto giù il diluvio universale. Non ho l'ombrello. Non c'è un taxi a pagarlo oro. La metropolitana è a 10 blocchi. Mi incammino, vacillando sui tacchi, direzione est, abbracciando le mie gigantesche buste di carta nella speranza di trovare, lungo il cammino, un taxi libero- la speranza, come è noto, è sempre ultima a morire. Naturalmente non trovo un taxi nemmeno per sogno e inevitabilmente, piove che ti ri-piove le buste mi si sciolgono tra le mani....Nel giro di dieci minuti la mia spesa, nonché la mia cena finisce sull'asfalto, esattamente sulle strisce pedonali di Allen street. Cosa accade a quel punto?
Comincia a piovere ancora più forte, eccertamente.
Mi viene voglia di piangere, ma sono troppo arrabbiata per piangere, quindi decido di salvare quel che resta della mia ex- spesa infilando tutto ciò che riesco ad afferrare in borsa: flaconcini di Omega 3, vasetti di yogurt, biscotti - NESSUNO dico UNO che si sia fermato a darmi una mano. Mentre sono in ginocchio a raccogliere mandarini all'incrocio ecco che si scatena il finimondo, vengo letteralmente assalita, senza pietà alcuna, da un'orda di clacson strombazzanti perché sto bloccando il traffico. A questo punto ho i capelli, i jeans e anche il cappotto completamente fradici. Con estrema lentezza e incurante degli insulti mi alzo, mi lego i capelli e mollo tutto dov'è. Libera da pacchi e sacchetti raggiungo la metropolitana, scendo a Marcy avenue, cammino altri dieci blocchi sotto la pioggia scrosciante e finalmente arrivo a casa. Mi chiudo la porta alle spalle e tiro un sospiro di sollievo...l'incubo è finito. Mi asciugo, mi infilo un golfone extra large, mi preparo una tisana bollente, quindi mi affaccio alla finestra. Non riesco a credere ai miei occhi. Esco sulla terrazza, allungo una mano verso l'alto. Non è possibile. Sei una maledetta. Ha appena smesso di piovere. Butto via la tisana e mi stappo una bottiglia di vino, che grazie al cielo ho in casa.
8 comments:
Gran bella storia! Mentre la leggevo mi immaginavo Carrie di Sex and the City...
Ciao, un bacio
posso chiederti che vino ti sei bevuta? rosso o bianco?
è sempre molto bello leggerti. anzi bellissimo.
Giovanni, ho bevuto vino rosso. Bevo sempre vino rosso quando fa freddo.
Grazie Paoletta.
Anche io preferisco bere rosso d'inverno e un bel bianco ghiacciato con la stagione primaverile e estiva. A rischio di sembrare un ficcanaso posso chiederti che etichetta? Grazie e complimenti per il modo in cui descrivi l'ambiente che ti circonda, sembra di vederti mentre raccogli mandarini a un incrocio sotto la pioggia. Giovanni
Ma povera!! Grazie a NY, perché ti fa scrivere. E perché fa leggere a noi....Ma che bello!
EC, Paris
leggo il tuo NYmoments e mi trovo infatuato di un luogo,di un gesto,di una donna.Non mi capitava da anni. Grazie.
ma non la portano la spesa a casa? ciao cris
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