Wednesday, May 11, 2011

Nell'ufficio newyorkese di una giornalista

Tra tutte le postazioni di lavoro del mondo, il mio divano è sicuramente quello che preferisco. Non lo confesso volentieri, perché un pò me ne vergogno. O meglio, col fatto che sono giornalista ho sempre la sensazione che dovrei starmene bella dritta sulla seggiola, gambe sotto la scrivania e testa china sul computer. Accanto i quotidiani e il caffè. E invece proprio non ci riesco, non ce la faccio, è inutile. Resisto massimo mezz'ora, non un istante in più. La mia postazione ideale per ottenere l'ispirazione massima è la seguente:
 

Gambe incrociate, infatti per scrivere, o anche solo mettere insieme le idee ho bisogno di avere le gambe incrociate. Computer bello carico sopra le gambe incrociate- meglio se attaccato al carica batteria. Fondamentali i miei blocchi che devono sempre essere sotto mano (ne ho tre, due identici di colore giallo e uno più piccino ma sempre giallo) almeno 2 penne di colore diverso e molto importante l'evidenziatore. Nei paraggi anche la mia Moleskine rosso fiammante e in questi giorni il mio libro/ guida: "Crush it, why now it's time to cash in your own passion" di Gary Vaynerchuk, siamo inseparabili. Tazza di caffè sul pavimento, preferibilmente alla mia destra (che non sposto mai, nonostante ogni volta finisca rovesciata in terra) e bottiglia d'acqua a sinistra, preferibilmente SmartWater a temperatura ambiente.


Ecco, diciamo che questa è per me la situazione di massimo godimento lavorativo. Non ho bisogno di altro. Posso rimanere qui immobile a lavorare per ore ed ore in concentrazione zen. E la parte migliore è che quando ho bisogno di una pausa non devo far altro che sdraiarmi ed allungare le gambe. 


Il pezzo forte di tutto l'ufficio rimane comunque Ballerina, il mio English Bulldog che contribuisce al raccoglimento della giornata lavorativa con la sua russata da camionista ubriaco. La signorina dorme una media di 16 ore al giorno, appunto.

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