Thursday, December 1, 2011

Christmas is coming in New York

Il Natale è già arrivato a New York City, ad ogni angolo di strada ci sono abeti in vendita, arrotolati in quella rete che li fa stare composti ed ordinati, uno accanto all'altro. A New York City è arrivato il Natale e lo capisci subito passeggiando per strada perché ogni negozio è addobbato di bianco, oro e argento, l'aria è fredda e immobile e profuma di pino, mandarini e chiodi di garofano. Natale è un momento incantato a New York, si respira nell'aria, i fiocchi rossi e le ghirlande fanno comparsa sulle porte dei vicini, le vetrine lucide e scintillanti. Ieri sera a Rockefeller Center hanno illuminato il gigantesco albero accanto alla pista da pattinaggio, che ha preso vita tra mille luci colorate. Noi lo abbiamo guardato in diretta in televisione mentre Ballerina sonnicchiava sul divano e io preparavo una crostata di mele e cannella. Mi piace il Natale a New York City, mi piace quando il freddo per strada ti colora di rosso le guance mentre cammini controvento, imbacuccato nel cappotto e la sciarpona di lana col cappello ben calato sulle orecchie e ti viene voglia della cioccolata calda di Jacques Torres e del fuocherello caldo nel caminetto. E' il primo Natale da quando abito a New York che non nevica, nemmeno un fiocco è caduto sui tetti e anzi oggi il cielo è limpido come sa essere limpido solo d'agosto. Fa un gran freddo pero'. A Williamsburg il primo segno che il Natale è arrivato sono i bambini del kindergarten su S3rd street e Wythe che arrivano al parchetto sotto casa mia canticchiando i Christmas carrols. Camminano in fila indiana da scuola, dietro la maestra, tenendosi per mano come soldatini, nell'altra manina stretto-stretto un candy cane mentre canterellano a bocca piena:

Jingle Bells, Jingle Bells
Jingle all the way...


Natale è arrivato a Williamsburg quando l'uomo delle caldarroste si apposta all'angolo di Berry Street, proprio dietro casa mia. Si chiama Mr. McBurtnett ed ha la pelle del colore del caffè buono con tanto latte dentro. Prende una ad una le castagne da cuocere e le incide col suo coltello smussato, disegnando sul guscio piccole croci prima di buttarle sulla brace e coprirle col coperchio. Mi ricordo che qualche anno fa quando abitavamo nel Lower East Side, su Orchard street e Broome, non funzionava il riscaldamento in casa per le feste. Era una delle prima volte che passavo il Natale lontana dalla mia famiglia e avevamo fatto provvista di cibarie da Di Palo's perché Eataly non esisteva ancora. Tortellini, formaggi, vino rosso, dolci, mi ricordo che avevo comprato le verdure e il pollo intenzionata a farci il brodo. Il nostro era uno di quei palazzi vecchi vecchi e il riscaldamento era ancora a gasolio. Il landlord però si era dimenticato di fare scorta di gasolio e quell'anno nevicava, eccome se nevicava, ma nessuno ci voleva portare il gasolio durante le feste. Mi sembra ieri che parlavamo infreddoliti, cercando di ridere sulla comicità della situazione e ci usciva il fumo dalla bocca che saliva su in alto per i 15 piedi di soffitto disegnando piccoli vortici nell'aria. Mi ricordo che stavo a letto col piumino sotto alle coperte e mi tenevo Ballerina sui piedi, tipo stufetta calda. E' stato un Natale che non mi dimenticherò mai, perché non avevo mai avuto freddo in quel modo prima di allora e alla fine eravamo talmente congelati che siamo scappati in albergo- uno dei pochi che aveva una camera libera e accettava quattro zampe. Quando finalmente il riscaldamento riprese a funzionare Natale era passato, le verdure erano tutte ammuffite nel frigorifero e i tortellini secchi, così il brodo decisi che lo avrei fatto l'anno dopo. Quest'anno invece, il Natale lo passerò con la mia famiglia a Firenze, in Italia, a casa mia. Non ci saranno problemi di riscaldamento e non dovrò preoccuparmi di preparare da mangiare; soprattutto so che non mancheranno tanti regali sotto l'albero. Sarà uno dei tradizionali giorni di Natale a casa Poli, con la tavola imbandita e la tovaglia rossa e oro, i calici d'argento, il tacchino ripieno e i piatti di bone china (come piacciono a mia mamma). Qualcosa mi dice che questo Natale me lo godrò molto più di ogni altro. Qualcosa mi dice che il brodo avrà un sapore delizioso e il tacchino sarà buono come mai ne ho assaggiati prima. Qualcosa mi dice che guarderò le belle cose che mi circondano con occhi diversi, che farò lunghi sonni nel lettino da bambina, nella mia cameretta al secondo piano. Quest'anno so che vivrò il Natale con uno spirito diverso perché ho imparato a guardare le cose con occhi diversi, perché IO sono diversa. Più saggia, più sicura di me, più forte e più grata. Perché oggi non sono più una bambina ma una donna, che sta per compiere trent'anni (!)

10 comments:

Andrea A. said...

che bello leggerti

Anonymous said...

io sono la tua più appassionata lettrice ❀ un abbraccione ❀ la tua Titteeeeeeeee

Anonymous said...

davvero molto molto bello leggerti..<3
glo

guia said...

è una mattina piovosa nella nostra firenze; sono in ufficio e come di consueto appena vedo la pubblicazione di un tuo articolo, senza farmi notare da boss e colleghi vari, mi immergo nella lettura..
ti immagino mentre scrivi, la fantasia corre lasciandomi vedere i dettagli che scorgi.. ti immagino nella tua casina con la tua ballerina.. è bello leggerti piccola grande olli. non vedo l'ora di vederti. G.

Angelo said...

Brava, Olivia

Madame Gibran said...

"ha la pelle del colore del caffè buono con tanto latte dentro" Senza parole, bravissima Olivia.

Letizia said...

Che bello! Bello, bello, bello!

Paolo.81 said...

Riassumendo...
ti godi tutto l'avvento nella città più figa del mondo (soprattutto in questo periodo) e poi natale a firenze nel tepore della famiglia...

lo so che bisogna essere più buoni, però, posso odiarti?
solo un po'... giusto fino al 31 dicembre...

carolina said...

..ne ho passati parecchi di natali a NY nella mia vita..quindi leggere queste parole è come un revival e ogni frase mi tocca il cuore..poi raccontato cosi' bene...MAGICO, come solo il natale a NY sa essere! Quest'anno sono a Barcellona e proprio ieri (qui era un giorno di festa quindi non ho lavorato, mi sono ritrovata a prendere il sole in terrazza a maniche corte con le musiche natalizie di sottofondo..poi sono scesa e nella piazza sotto casa c'era un mega presepe...poi passeggiando, eccoti il mare! con barche a vela e quant'altro e mi ritrovo a bere una clara (birra con limone) in un baracchino sulla spiaggia..insomma un po' diverso dall'atmosfera newyorkese che descrivi tu..pero' che figata stare a maniche corte bevendo una clara il 6 dicembre!!!!
ps: IL 24 ORE 5 PM MERENDA STEFANIA TUTTAPPOSTO.

lov Carol

massimo said...

Il Natale a new york...ilnatale che ho sempre sognato..sei stata bravissima a costruirne il calore ed il clima natalizio cosi particolare che forse solo li si riesce a vivere...faccio mie alcune espressioni che mi donano il viatico per poter fantasticare su sensazioni che vivo solo per immagini...io ho vissuto la New York schizzofrenica della consueta normalità..ma anche li mi pareva di sognare..il caldo afoso di settembre il caos generato da milioni di auto che si rincorrono tra di loro..ma l'entusiasmo di esserci era tale che io e la mia compagna assorbivamo tutto cosi avidamente da bruciare momenti ed istanti cosi preziosi...spero solo di tornarci il prossimo anno PROPRIO PER NATALE...e se tu ci sarai mi piacerebbe festeggiare in Times square con Ballerina che mi ronza intorno tra tappi di spumante che volano e tanta tanta allegria....un bacio Olivia e grazie per i bellissimi ricordi che ci tramandi..