Sunday, March 11, 2012

La Dolce Vita

Oggi è una di quelle giornate dove non sono stata ferma un attimo, ma non ho lavorato nemmeno per un istante. Mi sono svegliata presto che con l'ora legale erano le 7, ho spalancato tutte le finestre e ho preparato il caffè. Mio papà quando ero adolescente aveva questo vizio insopportabile di piombarmi in camera prestissimo nel week-end, aprire le tende e TUTTE le finestre "per cambiare l'aria, c'è bisogno di aria fresca in casa". Lo odiavo. Mi ricordo che io e i miei fratelli eravamo disperati, non sapevamo come fare per difenderci da questo sopruso e io avevo promesso che mai in vita mia, mai-lo-giuro-mai, i miei figli avrebbero dovuto sopportare tale ingiustizia. Eppure, oggi lo faccio anche io.
E' assurdo come crescendo si prendano dai genitori tutti quei modi di fare che più detestavamo da piccoli.

Il mio amato press-pass con cui entro dappertutto senza spendere $1

Mi sono fatta un caffè alla nocciola e presa tutte le mie milleduecento vitamine, poi una corsetta a McCarren park con Ballerina. C'era questo sole bello caldo in cielo, gli alberelli di pesco in fiore, allora mi sono sdraiata sull'erba fresca appena tagliata e sono rimasta un pò lì ad abbrustolire al sole. E mi è venuto in mente questo negozio che c'è qui a Williamsburg che si chiama "I hate perfume" che è assurdo. Non ci ho mai comprato niente ma vende profumo di natura, di erba, di aria, di corteccia di legno, in boccetta, "Walking in the Air", "In the Summer Kitchen," "To See a Flower". Sono tornata a casa e mi sono fatta una doccia di un'ora e mezza, poi brunch (alle 5pm!) a "Sweet Water" su North 6, che ha il giardino interno ed ero in maglietta, e questo giapponese super-gay seduto al tavolo accanto al mio si è innamorato della mia borsa rossa e mi ha chiesto se era di Cartier, perché lui disegna per Cartier e aveva tutte le dita piene di anelli di diamanti. Poi sono andata- anzi, tornata- all'Armory Show. Non c'era un singolo quadro, una singola istallazione che avrei voluto portare a casa con me. Che depressione. Allora mi sono consolata allo Champagne Bar, che serviva solo calici di Pommery. E mentre sorseggiavo bollicine ho pensato a quanto è bello godersi la vita, a quanto è bella la primavera, a quanto sono fortunata a vivere a NYC, a quanto sono contenta di aver scelto di andare via dall'Italia (almeno per un pò), aver scelto di andare incontro all'ignoto, aver scelto di camminare sulle mie gambe. A quanto è bello essere free-lance in giornate come queste, anche se freelance è un soltanto un modo "it" per dire che sei precario. E soprattutto a quanto amo questa città, quante cose voglio fare qui, quante ne ho già fatte e quante ne sto facendo. Io sono una di quelle che se il giorno non ho fatto abbastanza me lo rimprovero e poi dormo male la notte. Francamente però, anche se oggi non ho fatto niente, non mi sento in colpa nemmeno un pochettino.

3 comments:

Monia Danesi said...

anche a me piace il tuo press-pass :)

Anonymous said...

viva la vida! cin cin!

carolina said...

molt bè chica!!!!! viva la primavera..il sole..e le città dove sei un pò straniero..ma che presto diventano anche un pò casa...